XIV edizione
23-25 Settembre 2022
XIV edizione, e il pensiero non può non correre a quel lontano 2007 quando Some Prefer Cake nasceva dall’immaginazione e dalla passione della nostra amata Luki. 15 anni e tantissima storia lesbica e femminista alle spalle. Per vari motivi quest’anno sentiamo di tornare a respirare un’aria più simile ad alcune edizioni passate: finalmente tornano le ospiti internazionali (dagli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Francia), tornano le mostre, i momenti dedicati al desiderio e alla sessualità lesbica, tornano anche dei corpi, lo speriamo, più liberi di condividere lo spazio, la relazione di prossimità, il contatto. L’energia enorme, raccolta l’anno scorso da tutte le donne, le lesbiche e le persone queer che hanno attraversato il giardino Lorusso e la sala Scalo del Cinema Nosadella, ci è servita per costruire un’edizione ancora più ricca e variegata, sempre intensamente politica, incentrata sulla cultura lesbica femminista, su quel mondo comune in cui convivono le nostre indispensabili diversità, i nostri posizionamenti e le vicinanze, alleanze, osmosi con tutte le soggettività fuori della norma.
Con la nostra direzione artistica collettiva, come Comunicattive, e l’aiuto fondamentale di Teresa Sala come coordinatrice e delle nostre programmer curiose e coraggiose, Federica Fabbiani, Antonia Anna Ferrante, Silvia Radicioni, Lucia Tralli, Giulia De Rocco ed Helena Falabino, vi presentiamo un’edizione all’insegna di identità non conformi, portato storico, lotta e scoperta.
Attraverso il flusso delle immagini di quasi 30 film scorrono temi importanti per la nostra comunità: la ritrovata figura storica della butch, soggettività lesbica in between tra generi e ruoli – ancora super attuale – indagata e incarnata da una pioniera dei gender studies come Esther Newton (nel documentario Esther Newton Made Me Gay), l’importanza della libertà di vivere il proprio lesbismo in Nelly and Nadine, la lotta per i diritti di due madri nel contesto ungherese, fortemente conservatore, in Her Mothers, la rivoluzione nelle relazioni amorose e sessuali di Petit Mal, la rivincita sull’aggressività dell’odio razzista e lesbofobico di Nico, il desiderio di protagonismo nonostante i contesti oppressivi per le ragazze di Sirens, i sogni identitari di crescita e di indipendenza in Marte Um, la lotta fisica per salvarsi dal femminicidio e dall’oppressione patriarcale in Luchadoras, la lotta mentale – insieme a quella fisica – per resistere nella malattia e affrontare la morte in Prognosis – Notes on living.
Abbiamo cercato di mantenere un equilibrio tra i vari Paesi di provenienza dei film, ma, nonostante questa tensione che sempre ci anima, ci mancano e rimaniamo in cerca di produzioni e squardi lesbici, transfemministi e queer dall’India, dalla Nigeria o dalla Thailandia. Venerdì sera, per lǝ nottambulǝ o lǝ curiosǝ, abbiamo preparato uno spazio dedicato al desiderio e all’immaginario erotico lesbico: Lesbian Pleasure. Valentina Pinza leggerà alcune sue Poesie del corpo, Ceci Ferox e Tina Pornflakes ci condurranno nell’inaspettato del bondage, fino alla proiezione di una selezione di corti erotici da vari Paesi. Il cinema lesbico fatica, muta, esplora e lo dimostrano soprattutto i cortometraggi degli immancabili appuntamenti mattutini dei Corti a colazione di sabato e domenica, provenienti da tutto il mondo, che presentano sperimentazioni, spunti autobiografici, omaggi ed esplorazioni nei generi cinematografici.
Ci ritroveremo come sempre in giardino anche per parlare di libri, e in particolare quest’anno daremo spazio, con Elena Biagini e Irene Villa, alla ripubblicazione, edita da Asterisco, e attualissima, lasciatecelo dire, de Il nostro mondo comune, pamphlet fondamentale con cui negli anni ’80 le lesbofemministe del CLI si posizionarono contro l’essenzialismo differenzialista e la cancellazione delle lesbiche. Insieme ad Antonia Anna Ferrante viaggeremo nella figurazione harawayana del compost, un modello radicalmente alternativo di convivenza, in occasione della presentazione di Cosa può un compost. Fare con le ecologie femministe e queer.
Visibile dall’esterno del cinema, la mostra “Queer Rome, Queer Love”, progetto fotografico di Cloudy Moroni sulle connessioni fra persone queer a Roma, sulla molteplicità delle relazioni oltre la dimensione sesso-affettivo a cui viene relegata la coppia.
Il festival continua anche fuori dalla sala del cinema, per tuttǝ coloro che non riusciranno ad essere presenti a Bologna: sarà possibile, con una piccola donazione, vedere tutti i cortometraggi e la maggior parte dei lungometraggi in streaming sulla piattaforma indipendente openddb.it, dal 26 settembre al 2 ottobre.
Comunicattive
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